Articolo pubblicato su Facebook il 18/04/2016.
Al termine del corso di Storia delle Religioni tenuto all'Unitre di Saronno, vorrei fare un discorso-riflessione per tirare un po’ le somme: dico che l’esperienza è stata divertente
e positiva, ma la doccia di realtà abbastanza sconfortante.
Le
tendenze che ho potuto osservare non sono nuove a nessuno, ma fanno comunque
specie. Dunque eccole.
1)
Cattolicesimo: il papa c’ha ragione,
punto e basta. Come disse il mio amico Giulio Duprè, la verità è quello che dice il papa (non il
cristianesimo tout court, attenzione), le altre religioni sono una simpatica
nota folklorica di gente che non ha capito un cazzo della vita, ovvero che il
papa c’ha ragione.
2)
Ateismo: le religioni sono delle strambe
devianze, ridiamoci su di queste stronzate. Certo, vanno rispettate perché è
buon costume, ognuno fa quel che vuole, ma sono stronzate.
3)
Ipocrisia: le religioni sono
ipocrite, tutte, perché nessuno dei fondatori o degli alti vertici crede
davvero in quello che predica, ma tutti mentono: mente il prete cattolico,
mente l’ayatollah musulmano, mente il mistico hindu e mente il monaco
buddhista. In realtà il loro scopo è semplicemente arricchirsi e fare soldi,
e/o controllare le persone, perché le religioni sono solo modi diversi per
spennare i polli.
4)
Dubbio: se esistono così tante
religioni, allora in cosa bisogna credere? Ce n’è una che ha ragione, o hanno
ragione tutte, o sono tutte sbagliate? Non esiste una risposta, e questo crea
dubbi e angoscia.
In
generale, ho visto la maggior parte delle persone che o credono un po’ a tutto,
senza continuità, e senza riuscire a “darsi una risposta” soddisfacente, oppure
sono dogmatiche in maniera retrograda.
È un panorama piuttosto desolante: da un lato un’apertura agnostica ma
superficiale e inconcludente, dall’altra un cattolicesimo e un ateismo che ti
fanno sentire al sicuro pensando che il resto del mondo sia cacca.
La
mia conclusione è: non è vero che le nuove generazioni non hanno valori. Ne
hanno molto più di quelle precedenti, che mi sembrano affette dalla
disillusione di chi non ha mai avuto di che illudersi: “A me è stata insegnata
questa cosa, ed era l’unica; poi ho capito che era una cazzata. Sono arrivate
anche altre cose dopo quella, ma ho pensato che tanto erano cazzate come la
prima, quindi...” Questa è, in generale, la visione di chi non ha mai avuto
alternative, quelle stesse alternative che derivano per l’appunto da una
multiculturalità religiosa, sociale, letteraria e via dicendo.
Se
un ragazzino va a scuola con un coetaneo musulmano, uno buddhista, uno hindu e
uno neopagano, è inevitabile che inizierà a ritenerli parte integrante della
sua realtà, e che questa loro caratteristica (la religione) va assieme a tutte
le altre di quell’individuo (il partito politico, la squadra di calcio, i gusti
culinari e letterari, eccetera); e allo stesso modo i ragazzini di una fede
diversa da quella “di maggioranza” non si sentiranno mai e poi mai legati alla
loro etnicità come i propri genitori immigrati: l’India diventerà un posto
leggendario da visitare, ma gli dèi si potranno adorare anche qui; prima o poi
si andrà in pellegrinaggio alla Mecca, ma la moschea sottocasa nel
quotidiano basta e avanza; e Zeus sta comodamente sull'altarino in camera, senza che
debba andare a trovarlo nella sua grotta a Creta.
Perché
ricordiamoci che i casini li scatenano le VECCHIE generazioni, le nostre e le
loro, non quelle nuove. E se è vero che le nuove constano per la maggior parte
(si dice) di persone svogliate e disinteressate, senza valori e senza fede, una
forte minoranza è estremamente tollerante, multiculturale e curiosa. Hai visto
mai che quella che i vecchi percepiscono come accidia intellettuale dei molti,
in realtà non sia la chiave per appianare le divergenze? Se nessuno crede in
niente, per quale ideologia si dovrebbe litigare?
Eppure
le religioni ci sono, esistono, si mantengono e risorgono dalle ceneri: alle
Canarie 300 tizi hanno ripristinato il culto della dea fenicia Tanit.
Alle
Canarie!
Quindi
non è vero che il mondo sta morendo: sta semplicemente cambiando, espellendo
tutta l’immondizia che i secoli passati ci hanno appioppato addosso, quella
grigia coltre di indolenza intellettuale che ha portato Verga a diventare un
idolo delle masse e Tolkien una bizzarra lettura per pochi (perché sì, è
famoso, ma resta per pochi).
Insomma,
bisogna aspettare che quelli crepino tutti. C’è poco da fare. Shomer ma
mi-llailah.
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