Ringrazio Mirko Mitta, Elia Pescatori e Luca Tarenzi per avermelo ispirato. XD
Qualche
tempo fa mi capitò di vedere per puro caso su Youtube una puntata di Vade Retro sulla magia nera (io nemmeno
pensavo che esistesse un programma simile), con particolare attenzione al vudù;
l’avevo definita “un coacervo di luoghi
comuni, informazione faziosa, ignoranza e terrorismo mediatico che un decimo
già bastava”: se vi interessa, potete gustarvela QUI.
Quel
che però mi ha colpito più di tutto è stata la figura di padre Amorth, questo
vecchio prete con la bava alla bocca che sparava castronerie a manetta, e sulle
quali torneremo. Io di fatto lo conoscevo solo di nome, al che un amico mi ha
passato un suo libro del 2010, Memorie di
un Esorcista - La Mia Vita in Lotta Contro Satana, edito da Piemme, che invece
potete trovare QUI. E così ho iniziato a
leggerlo, trovandomi davanti a qualcosa che si è rivelato essere addirittura
peggio di quanto mi aspettassi.
In
questo libro, padre Amorth parla non solo di vari casi che ha risolto, ma
esplica anche il suo pensiero in merito a Satana, ai demoni, alla magia, alle
sette e persino alle gerarchie ecclesiastiche. Di seguito dunque le mie
osservazioni in merito, che spero vi intratterranno anche solo per gli aneddoti
che racconta.
Padre Amorth come
eretico.
Il
primo punto sul quale vorrei focalizzarmi è l’eresia di padre Amorth: non sto usando
un termine improprio o esagerato, si tratta proprio di eresia nel vero senso
del termine, ovvero di pensiero deviante rispetto a quello ufficiale, ovvero
cattolico, il che per un prete è abbastanza grave.
La
prima devianza del Nostro riguarda lo status di Satana, in quanto più volte nel
libro egli lo definisce come “dio della morte”: “L’obiettivo finale [dell’operato di maghi e sette sataniche] è la morte, perché Dio è il dio della vita,
mentre Satana è il dio della morte. Quanti suicidi sono ispirati dal diavolo!
Anche suicidi di gruppo sono ispirati da Satana.”[1] E ancora: “Quindi il demonio ha la facoltà di uccidere, ma solo se - badate bene!
- Dio gliene dà il permesso. Soprattutto non dobbiamo dimenticare che Dio è il
Dio della vita, Satana è il sovrano della morte.”[2]
Ora,
viene dato indubitabilmente uno status divino a Satana, che secondo me va al di
là dell’escamotage letterario (la Chiesa preme sempre molto sul fatto che il
Diavolo non è un dio, e che il suo potere è inferiore a quello di Cristo);
persino il Catechismo della Chiesa Cattolica asserisce che “Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo
Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spirituale e
indirettamente anche di natura fisica - per ogni uomo e per la società, questa
azione è permessa dalla divina provvidenza…”[3] Qui però ci ritroviamo davanti a
possessioni demoniache che spingono direttamente le persone al suicidio, a
sentire padre Amorth…
C’è
poi la faccenda dei tre tipi di sensibilità mistica, in quanto per il Nostro
non tutta la “magia” viene da Satana (sebbene si autocontraddica in alcuni
filmati di Youtube, come ad esempio QUESTO).
Dice infatti che “la particolare
sensibilità di queste persone proviene o dalla natura, o da Dio o dal demonio.
Se proviene dalla natura, il termine giusto è sensitivi; ad esempio un
rabdomante che sente l’acqua. È una particolare sensibilità, che talvolta viene
indicata come sesto senso, che può solo riguardare fatti naturali; perciò non
può essere di nessun aiuto per capire se vi sono presenze o influenze
malefiche. Se questa particolare sensibilità e percezione viene da Dio, allora
si tratta di carismi, e non bisogna parlare di sensitivi, ma di carismatici.
[…] Se questa particolare sensibilità
proviene dal demonio, anche, come spesso accade, all’insaputa della persona
stessa, allora il termine che propongo di usare è occultisti, perché in un modo
o nell’altro si tratta di operatori dell’occulto.”[4]
Ovviamente
non si dilunga troppo sul primo caso, quello dei “sensitivi”, ovvero coloro che
traggono il proprio potere dalla “natura”. Che cosa dovrebbe significare tutto
ciò? Sembrerebbe quasi che esista una terza forza in campo, oltre a Dio e a
Satana, in grado di conferire facoltà soprannaturali agli uomini. Perché appunto,
questa facoltà non viene da Dio, creatore della natura, ma dalla natura stessa.
Come mi venne fatto giustamente notare da un amico, questo vuol forse dire che
la dea della wicca esiste?!
Infine,
la parte più interessante è il pensiero del Nostro riguardo le anime dei morti.
In molti punti del libro parla di esse, e afferma che “anch’io ho incontrato anime di dannati, non di semplici defunti, di
dannati. Sempre però ho visto dietro di loro che c’era il demonio che li
manovrava. Ossia sono schiavi di Satana. In balìa del demonio, mandati a
infestare le persone. Il demonio si serviva di loro per dare disturbi alle
persone, ma c’era lui che comandava. […] Sul problema delle presenze [infestazioni], in base alle mie povere esperienze, ho sempre accertato la presenza
dello spirito maligno, sia nei pochi casi di possessione, sia nei molteplici
casi di infestazione personale o locale. […] Il demonio si può anche travestire da anima dannata, come afferma il
Rituale.”[5] Sennonché, parlando di un
esorcismo nel quale stavano assieme demoni e anime dannate, dice che “con mia grande sorpresa si rivelarono
presenti [nel posseduto] anche tre
anime dannate: Michelle, donna che aveva lavorato al Moulin Rouge e che a
trentanove anni era morta di droga. […] Poi
era presente Beelzebul, un marocchino che aveva tagliato la testa a tre
missionari nel 1872. […] La terza
anima dannata era Jordan, uno scozzese che aveva ucciso la madre.” [6]
Sorvolando
qui sulla stereotipicità di questi dannati (la drogata francese, il saraceno
ammazzacristiani e lo scozzese dell’Amleto),
padre Amorth crede che Satana possa usare le anime dei morti dell’Inferno per
possedere i vivi, come se esse fossero di sua proprietà. E questo è un problema
particolarmente interessante, perché già “gli
scrittori medievali, nell’interpretare queste storie [della maga Circe e
della strega di Endor], partivano tuttavia dal presupposto che non
si possano richiamare in vita i morti: era in realtà un demone ad assumere
l’aspetto del defunto, e a fingere di essere quella tale persona.”[7] E questo perché, ovviamente, le
anime appartengono unicamente a Dio: lo stesso Catechismo ce lo conferma quando dice che “Cristo, dunque, è disceso nella profondità della morte affinché i
‘morti’ udissero ‘la voce del Figlio di Dio’ (Gv 5,25) e, ascoltandola,
vivessero. Gesù, ‘l’Autore della vita’, ha
ridotto ‘all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere,
cioè il diavolo’, liberando ‘così tutti quelli che per timore della morte erano
soggetti a schiavitù per tutta la vita’ (Eb 2,14-15). Ormai Cristo risuscitato
ha ‘potere sopra la morte e sopra gli inferi’ (Ap 1,18) e ‘nel nome di Gesù
ogni ginocchio’ si piega ‘nei cieli, sulla terra e sotto terra’ (Fil 2,10).”
[8]
Tutto questo per
dire, insomma, che l’ormai impotente Satana non può più controllare le anime,
nemmeno quelle dannate, in quanto è stato sconfitto da Cristo: come più oltre,
l’Inferno consiste nella lontananza da Dio, non nell’assoggettamento al
Diavolo.
Non
pago di ciò, padre Amorth dice comunque che le infestazioni dei luoghi, e
dunque i fantasmi, in realtà non sono anime di defunti, ma demoni (tranne in un
caso che esplica[9], la qual cosa dovrebbe già
invalidare la sua teoria, ma fa nulla): “[I
fantasmi] sono pura invenzione, oppure
trucchi del demonio che si manifesta sotto forma di cosiddetti spiriti,
fantasmi. Esistono solo angeli, demonio e uomini.”[10] Il perché, appunto, il Diavolo
possa usare le anime solo per possedere e non per infestare, cosa che invece
gli tocca fare direttamente, resta un mistero.
In
tutto questo inizio a capire perché il Nostro sia “padre Amorth” e non
“cardinal Amorth”…
Padre Amorth come
ignorante.
La
cosa più fastidiosa del Nostro, almeno per me, è la sua crassa ignoranza nella
materia di cui dovrebbe essere invece un luminare. In più punti dimostra di non
sapere davvero nulla di ciò di cui parla, commettendo degli errori talmente
grossolani che mi hanno lasciato tra il basito e l’imbarazzato.
Il
mio preferito è questo: “Be’, c’è Satana,
che è il numero uno, e Lucifero che è il numero due. Sono diversi per la
potenza che hanno; molte volte non compaiono subito, ma Satana c’è sempre.”[11] Dunque non è vero, come da buona
tradizione cristiana (e che praticamente tutti conoscono) che Lucifero era il
nome del Diavolo prima della caduta: egli sarebbe invece il secondo in comando
dell’Inferno, sottoposto di Satana, il Diavolo vero e proprio, che non è
evidentemente lo stesso che si è ribellato ed è caduto dal Cielo. Chi è dunque
Satana? Da dove è sbucato? È sempre stato all’Inferno? Queste domande restano
per ora senza risposta, a meno che il buon padre Amorth non stia confondendo
Lucifero con Shemyaza, ma se così fosse ciò implicherebbe che il Nostro ritiene
vero l’apocrifo Libro di Enoch…
Un
altro bellissimo passo del libro-intervista si chiede al Nostro se gli è mai
capitato di avere a che fare con demoni incubi o succubi, al che viene
risposto: “Succubi di altri demoni sì.
Sì, perbacco!”[12], per poi raccontare un aneddoto
della vita di padre Pio dove Satana si mascherava da frate per prenderlo in
giro, o da donna per tentarlo. Insomma, padre Amorth non sa che i malcubi sono
una specifica tipologia di demoni che si insinua nei sogni degli uomini per
sedurli; poi evidentemente gli viene in mente, e parla delle donne lussuriose
che stanno con Satana all’Inferno, ma anche in televisione.
La
più fastidiosa, e a mio avviso dannosa, è la sua conoscenza della “magia”: non
solo egli si lancia in un’imbarazzante catalogo delle pratiche magiche[13] da far rivoltare nella tomba
persino Frazer, ma dà il meglio di sé nel filmato di Vade Retro di cui sopra, quando afferma che «il vudù […] è una
delle forme peggiori di maleficio magico nato in Africa […] Ecco che anche queste
due forme di magia, la macumba e il vudù, sono state importate specie in
America Latina: quindi macumba e vudù, in Brasile e in Argentina, sono molto
diffusi. […] Che cos’è il vudù? È una magia che, attraverso Satana, perché lì
c’è direttamente o indirettamente l’invocazione a Satana, si vuol fare del male
agli altri. […] Sono malefici tremendi, che uno fa col gusto di far del male
agli altri, e siccome adesso c’è di moda, venuto anche dal Giappone, ma
soprattutto che si è sviluppato negli Stati Uniti, la lotta per depravare i
bambini…», e si lascia andare al parlare di come i manga e i giochi di carte
portino al satanismo, senza nessun nesso logico.
Che
uno che si occupi per lavoro di magia nera conosca la macumba è lecito, ma essa
è propriamente una forma di pratica di matrice africana diffusa soprattutto in Brasile, da cui poi sono derivate delle religioni vere e proprie (la kimbanda e l'umbanda); di contro il vudù non è una magia,
né una forma di magia, ma una religione fatta e finita (e che nulla c’entra con
l’America Latina, essendo diffuso principalmente ad Haiti, Santo Domingo e Louisiana)! Sarebbe
quindi come dire che ci sono due modi per fare il lavaggio del cervello a una
persona: una è ipnotizzarla usando un pendolo di cristallo, l’altra è usare il
cristianesimo… E sì, fossi un houngan
(cioè un sacerdote vudù) mi sentirei molto offeso dalle parole di padre Amorth,
che spara a zero per pura ignoranza, al solo fine di far paura a chi lo ascolta
e allontanare le persone da qualsiasi cosa sia diversa dalla Chiesa Cattolica.
E
qui arriviamo proprio al punto focale di tutto.
Padre Amorth come
seminatore di zizzania.
L’obiettivo
del Nostro è fin troppo facilmente intuibile: fare paura, perché la gente non
si allontani da un sano cammino spirituale di stampo meramente cattolico. A una
delle persone da lui liberate dalla possessione fa infatti dire: “Quando si fa un patto con Satana a
tradimento si viene a sapere dal demonio stesso che la vera religione è solo
quella cristiana cattolica, fedele al Papa, ed è per questo che viene così
avversata. Le altre religioni cristiane sono appena tollerate; mentre il
buddismo e il maomettanismo sono religioni favorite, perché false religioni.”[14] E non pago di questo, racconta
aneddoti su aneddoti (che va da sé, non hanno alcun altro riscontro se non le
sue parole), ovviamente senza fare nomi di persone né di luoghi, ma che
rasentano sempre l’assurdo, a volte anzi superandolo senza colpo ferire. Il
motto però resta sempre lo stesso: allontanare chi è diverso, e ricondurre in
seno alla Chiesa chi ha paura di questa diversità.
Padre
Amorth, con la paura del satanismo e della magia nera, scardina anche il valore
della famiglia di stampo cristiano e della carità verso il prossimo; dice
infatti, senza remora alcuna: “Ci sono
così tanti modi per fare malefici… I più comuni sono la tazzina di caffè, o il
cioccolatino con dentro l’impasto… Dico sempre: state attenti da chi andate, se
c’è una persona di cui non vi fidate, da cui vi aspettate qualche cosa di male,
state attenti. Per esempio, uno va da una zia, che ha preparato una torta, e
c’è un pezzo staccato: «Questo è proprio per te» dice, e magari c’è il
maleficio dentro. Questo sembra un caso banale, ma è successo moltissime volte!
Un pezzo di torta, un dolce preparato a parte, o qualcosa da bere. «Tu non
bevi?» «No, non ho sete…» «Ma dai, tieni, assaggia questo…» e c’è il maleficio
dentro. Malefici che in genere vengono fatti con sangue mestruale; perché c’è
una relazione con la vita. Oppure uccidono animali, polli, gatti e cani
soprattutto, e ne usano il sangue. Poi utilizzano terra presa dai cimiteri. E
ne fanno miscugli che alla fine sono irriconoscibili, e li iniettano magari
dentro un cioccolatino… «Prendi un cioccolatino.» «Una tazzina di caffè!» E ci
mettono dentro alcune gocce di questa roba, e il maleficio attacca. A tante
persone ho detto di non andare a mangiare dalla suocera, e non invitarla, e
chiuderle la porta in faccia. Tagliare ogni rapporto. E alle volte è bene farlo
anche con i genitori. Ma capita anche il contrario, cioè da parte dei genitori
verso figli che si sono dati a Satana, e sono diventati negativi. Dico:
«Cacciateli di casa, non date loro libero accesso! Non telefonate, e se
chiamano buttate giù il telefono, se sentite la loro voce; non scrivete…»”[15] Insomma, se la vostra famiglia
vi vuole morti e tenta di darvi da mangiare cioccolatini che sanno di sangue e
terra (e voi non ve ne rendete conto), tagliate ogni rapporto con essa, e
correte in seno a Santa Madre Chiesa, le cui braccia sono sempre aperte.
Non
pago di ciò, padre Amorth si mette a raccontare del caso di una donna che stava
male quando andava a letto, ma i medici non rilevavano alcuna malattia;
intervenuto lui direttamente, ha fatto aprire tutti i cuscini, scoprendo che in
uno di essi c’era un panno nero contornato da piume dello stesso colore, come
una corona mortuaria: la suocera ha assicurato che i cuscini li aveva
confezionati lei stessa, e quella cosa non c’era, e infatti dalle indagini è
risultato che i colpevoli erano alcuni vicini, che avevano fatto il maleficio
per invidia nei confronti di quella famiglia[16]. Dunque in questo caso abbiamo
dei vicini invidiosi (non si sa per quale motivo) che, come in un processo per
stregoneria del Seicento, lanciano un maleficio su una povera ragazza per farla
morire, teletrasportando il feticcio nel suo cuscino; padre Amorth è esorcista
dal 1986, nella diocesi di Roma, e io credo che nemmeno i miei nonni abbiano
mai confezionato direttamente i loro cuscini, come invece pare fare la suocera
di questa donna…
Ma
oltre che dai parenti e dai vicini bisogna stare in guardia anche dai luoghi
che si frequenta, perché possono portare al peccato e dunque alla possessione! “Per esempio, ci sono alcune discoteche -
non tutte, non bisogna mai generalizzare - in cui l’itinerario è fisso. Un
ragazzo o una ragazza va là, si incomincia con il fumo, e poi si passa alla
droga, e poi il sesso, e poi la setta satanica. Infallibilmente. Alla fine viene
la setta satanica. […] La principale
caratteristica delle messe nere è che c’è il disprezzo, sempre,
dell’Eucaristia. Poi nella vera messa nera c’è la donna nuda che fa da altare,
e che dovrebbe essere vergine, e venire prima violentata da quello che fa da
sacerdote e poi da tutti gli altri, dopodiché fra di loro succede di tutto.
Ossia diventa un vero bordello. Per cui molti alla messa nera ci vanno per ‘il
dopo’, per il bordello.”[17] E presupponendo che per
“bordello” il Nostro intenda invece “orgia”, e tralasciando che la donna nuda
come altare è un’invenzione di LaVey e delle sue messe nere psicodrammatiche, è
interessante notare come la progressione del peccato sia
fumo-droga-sesso-satanismo, e che dunque drogarsi sia meno peccaminoso che fare
sesso…
Se
non vi bastasse, sappiate comunque che le sette sataniche “qui
in Italia sono molto numerose: si dice che siano più di ottocento, e forse
anche di più; in genere però sono piuttosto piccole, come numero di membri:
quindici, venti persone al massimo. Alle volte intorno alle dieci persone.”[18] Quindi possiamo stimare, secondo
padre Amorth, che nella sola Italia ci siano un minimo di ottomila satanisti
praticanti! Va da sé che non si danno riferimenti su queste statistiche, com’è
logico…
Un’altra
bellissima storia dell’orrore è quella che vede coinvolta un’altra famiglia,
non si sa ovviamente né dove né quando. “La
famiglia è composta dai genitori e da cinque figli, due maschi e tre femmine.
In casa è stato fatto più volte un culto a Satana, dietro istigazione di un
ragazzo che si era fidanzato con una delle figlie e faceva parte di una setta
chiamata Gatto Nero. Questo ragazzo, favorito dalla dabbenaggine di quella
famiglia, aveva fatto costruire in casa una piccola cappella a Satana, al quale
aveva fatto fare a tutti una specie di consacrazione: si erano fatti dei
taglietti sulle dita per ‘battezzare’ tutti col sangue; il giovane si era
esibito anche in pratiche invereconde, come far bere a tutti la sua urina
mescolata a sperma.”[19] Padre Amorth ovviamente
interviene quando in casa iniziano a esserci palesi segni di infestazione
(litigi, porte che sbattono, rubinetti che perdono), e alla fine scaccia le
presenze maligne, facendo sostituire l’altare satanico con una cappelletta
cristiana in giardino, in maniera molto conveniente. Quindi, se un tizio vi si
presenta a casa e vi dice «Salve, sono il ragazzo di vostra figlia! Perché non
ci consacriamo tutti a Satana e beviamo il mio sperma?», state attenti che
forse potreste avere dei problemi, se accettate…
Una storia di
ordinario satanismo
La
più bella storia del libro resta comunque quella che vi riporto integralmente,
e verbatim.
L’interessato
è un giovane di vent’anni. Mi viene accompagnato dai genitori. Accusa laceranti
dolori ai testicoli e in tutto il corpo; grida proprio come un ossesso. È
uscito momentaneamente dall’ospedale, dove è ricoverato, per una preghiera di
liberazione; i medici non sanno spiegarsi la causa di tanta sofferenza ed è
stato il giovane stesso a chiedere il nostro intervento.
La
sua storia mi viene raccontata a fatica, fra uno spasimo e l’altro, tenendosi
il basso ventre.
«Circa
tre anni fa mi sono ritrovato nell’occasione di fare riti satanici, invitato da
amici della mia età. Io non ci credevo e ho partecipato per curiosità. I riti
si svolgevano in un cimitero; eravamo in una decina, e uno era il capo. Stavamo
tutti incappucciati per il rito sacrificale e la messa nera. I riti sacrificali
venivano compiuti nel sotterraneo del cimitero, sulla lastra di una tomba
scoperchiata. Li facevamo saltuariamente, a distanza di mesi. Il sacrificio
degli animali consisteva nell’uccisione di un gatto, di un uccello, di un
serpente, mescolati con ossa di morti, prelevate dall’ossario. Mangiavamo la
carne dell’uccello passata sul fuoco, o del gatto, mescolata con il sangue del
serpente e con ossa triturate. Io ho mangiato l’uccello e bevuto il sangue del
serpente. Da notare che il serpente è il simbolo della setta. Poi, durante il
rito, si consumava il rapporto sessuale con una ragazza vergine che avevamo
adescato. Il rito durava in media circa tre ore. Il sacrificio viene offerto al
dio Abu Katabu, che sentivamo presente, insieme al dio indiano Zei… L’ultimo
rito lo abbiamo celebrato domenica scorsa. Sono andato da solo, senza che
nessun amico mi venisse a prendere; sentivo che mi chiamavano; ma ho appreso
che io sono una vittima designata e ho paura.»
Ho
chiesto: «Come hai fatto a entrare nel sotterraneo del cimitero, ad aprire
l’ossario e compiere riti, senza che i sorveglianti del cimitero se ne
accorgessero?» Mi ha risposto che era stato lui a rubare la chiave; che
conosceva bene quel posto, e che sapeva spostare la rete e rimetterla a posto
nel corridoio del sotterraneo e poi rimetteva tutto a posto dopo il rito, che
si compie nelle ore notturne.
Ho
chiesto anche come facevano ad adescare le ragazze e a sverginarle. Mi ha detto
che come pretesto più comune le invitano a pregare in chiesa o in un cimitero,
sulla tomba di un conoscente. Ne portano una o due per volta; le fanno
assistere al rito e poi si uniscono a loro; danno loro dei soldi come paga e
impongono il silenzio. A dire del giovane le ragazze ci stanno e qualche volta
ritornano; ma quei ragazzi vogliono sempre ragazze vergini per i riti; usano le
altre solo sen non ne trovano di vergini.
Domando
ancora come si chiama la setta, come ci si entra e se c’è qualche patto fra
loro. Mi risponde che la setta è il “Serpente Nero”; il dio che adorano è Abu
Katabu. Mi dice anche che una volta entrati è difficile evaderne. Due ragazzi
erano usciti; allora gli altri li hanno maledetti nel corso di un rito. Dopo
appena due giorni uno di quei ragazzi è morto in un incidente stradale col
motorino; l’altro si è fracassato il cranio. Il capo della setta ha
ventiquattro anni.
Volevo
sapere come celebrano le messe nere. Mi ha risposto che usano ostie rubate. Lui
stesso ne ha rubate nella sua chiesa, dove era conosciuto, dove aveva fatto il
chierichetto, per cui sapeva dove erano le chiavi: prelevava direttamente le
ostie dal tabernacolo. Negli ultimi tempi la cosa era diventata più difficile;
allora faceva la fila per la comunione, poi si metteva la particola in tasca.
La
messa nera viene celebrate da un ex frate, che per l’occasione si veste di
rosso. Sputano sulle ostie e poi le bruciano. Usano anche ossa di morti, e poi
mandano maledizioni sui loro nemici; lui ne ha inviate contro i suoi
famigliari; a suo dire le maledizioni hanno sempre effetto.
Dopo
questo dialogo preliminare procedo all’esorcismo. Ascoltando le litanie dei
santi, il ragazzo si inalbera, recalcitra, urla e diventa pericoloso. Invoca
Abu Katabu. Avverto delle presenze demoniache; getto acqua benedetta. Il
giovane urla e invoca i suoi dèi: Abu Katabu, Zei e altri. Urla per il dolore
ai testicoli; inveisce contro la nonna e la madre. Questa è presente e replica
al figlio che la nonna e la zia lo hanno sempre amato. Lui risponde che voleva
l’amore della madre e non della nonna e della zia, per cui ha maledetto tutti.
Comprendo che c’è una forte componente psicologica nel giovane, che lo spinge a
reagire a carenze d’affetto. In seguito alle maledizioni la nonna ha subìto
un’operazione al seno per tumore, la madre è stata operata d’appendicite, il
padre ha subìto una forte ustione da corrente elettrica, che poteva essere
mortale. Il giovane attribuisce questi malanni alle sue maledizioni.
A
un certo punto perde la vista; poi parla in lingue diverse, fa le corna contro
di me. Vomita, e così comincia a liberarsi; si sente più leggero, piange,
chiede aiuto, arriva a farsi il segno della croce. Uno dei miei aiutanti, amico
del custode del cimitero, fa un sopralluogo e scatta alcune foto. I particolari
narrati dal giovane corrispondono a verità.
Arriviamo
a un secondo esorcismo. Urla laceranti e dolori fortissimi al basso ventre; il
ragazzo invoca i suoi dèi e, durante l’esorcismo, si sente avvolto da fiamme
che lo bruciano. Grida a squarciagola chiedendo che gli versino acqua sul petto
e sulle spalle. Ma l’acqua benedetta gli aumenta il dolore. Poi incomincia a
vuotare il sacco: è pieno di rimorsi. Osservo ancora una forte componente
psicologica nel suo tormento. Dice che il calcio al basso ventre gliel’ha dato
la sua ragazza durante la violenza sessuale. Ora essa si trova ricoverata in
ospedale, dopo il rito satanico, in stato di coma.
Di
nuovo il giovane vomita; alimento il vomito facendogli bere acqua benedetta. Si
cala, riprende coscienza, chiede di essere salvato. Vuole vedere il padre, la
madre, la nonna, il fratello. La scena è commovente; chiede perdono a tutti,
abbracciandoli in lacrime. Abbraccia anche me, invoca il nome del Signore,
prega con noi.
Permane
in lui la paura di venire ucciso; si crede una vittima designata e ha bisogno
di cure e protezioni davvero particolari.[20]
Un
saggio commento a tutto ciò è QUESTO.
Ma
or dunque, lascio a voi lettori il commento di quanto narrato sinora, ma alcuni
interessanti punti su questa vicenda mi sento in dovere di esplicarli.
1)
Chi
di noi non si è mai ritrovato nell’occasione di fare riti satanici?
2)
Si
adora il dio Abu Katabu, che nessuno ha mai sentito, e l’indiano Zei,
sconosciuto all’induismo.
3)
Il
ragazzo sa dove sono le chiavi della chiesa e del cimitero, e persino dell’ossario!
4)
Lui
si occupa di mettere a posto dopo il rito, ma una volta sul posto trovano le
prove dei riti.
5)
«Ciao,
come ti chiami? Sei vergine? Ti va di venire con me a pregare alle 2 di notte
al cimitero?»
6)
«Prendete
‘sti soldi e mute, o vi ammazziamo!» «Ma noi vogliamo scopare ancora!»
7)
La
setta Serpente Nero dev’essere gemellata con quella del Gatto Nero citata
sopra.
8)
Come
da buona tradizione, il celebrante è un ex frate (forse di 24 anni, non s’è
capito).
9)
Il
ragazzo ha stuprato la sua ragazza riducendola al coma durante la
colluttazione.
10) Padre Amorth rileva che forse c’è
un fattore psicologico di mezzo.
Mi
fermo ovviamente qui, potrei continuare all’infinito.
Conclusione
Il
mio pensiero riguardo tutta questa faccenda si pone a
metà strada fra due tendenze, quella che vorrebbe il Nostro come un
cialtrone, e l’altra che lo vorrebbe come l’equivalente di un reduce del
Vietnam, che ormai vede nemici ovunque. Secondo me la faccenda è un tantino più
complessa, e parte dal suo pensiero per così dire eretico.
Padre
Amorth ha chiaramente visto qualcosa di vero, in una Chiesa dove (lo sappiamo,
e lo dice lui stesso) nessuno crede più al soprannaturale, Dio incluso: del
resto, se vai attivamente alla ricerca dell’occulto, o curi persone che dicono
di essere affatturate o possedute, in qualcosa di reale ci incappi per forza.
Anche qualcosa di piccolo, certo, ma ci incappi.
Padre
Amorth però non ha gli strumenti per interpretare ciò che hai visto. Ne è un
bell’esempio quanto dice riguardo uno dei suoi più grandi crucci, ovvero le
anime dei dannati che possiedono i vivi, e che non si spiegano da un punto di
vista teologico: “Molti sono gli
interrogativi che restano aperti in questo campo. I teologi contattati mi hanno
già detto che le definizioni autorevoli sono troppo scarse, e sono troppo pochi
gli studi su questa materia; scarsi anche gli approfondimenti biblici, rari gli
studi patristici, minimi i contributi teologici.”[21] Oppure si è ritrovato a
fronteggiare spiriti che non rientravano in quelli del canone biblico, e tutto
questo ha portato a una conclusione inevitabile: non sapendo come spiegarsi
quanto ha visto, ha iniziato a speculare di sua sponte, ma cercando sempre di
restare nell’ambito della dottrina cattolica, non riuscendoci però granché
bene. E infatti: “Il problema per noi
esorcisti è sorto da quando abbiamo cercato di mettere insieme le nostre
esperienze circa la possibilità di incontrare in alcune persone che
esorcizziamo anime di defunti (dannati? Non sempre) al posto di demoni o agli
ordini di demoni. I pareri sono stati discordanti, secondo le esperienze dei
singoli esorcisti…”[22]
Questa
è, a mio avviso, la necessaria derivazione dell’ignoranza che i Cristiani hanno
sempre voluto avere in qualunque ambito pertinente il soprannaturale (badate
bene, voluto avere): sin dagli albori
hanno sempre preferito non sapere nulla a riguardo, ammassando ogni
manifestazione spirituale nell’indistinto ambito del demoniaco, e cassando
completamente tutte quelle tradizioni che avrebbero invece potuto spiegarle;
per tale ragione gli esorcisti dell’epoca, ma anche di oggi, si trovano davanti
a fatti che vanno in netto contrasto con la loro dottrina, e che dunque non
sanno spiegarsi.
Tutto
questo genera una grande paura dell’ignoto, e fa scricchiolare le proprie
credenze, in un modo in cui un normale sacerdote non avrà mai a che fare: in un
celebre filmato d’esorcismo del Nostro (che potete trovare con facilità su Yotube),
quando l’officiante intima al demone di abbandonare il corpo in quanto Cristo
lo ha sconfitto per sempre, questi risponde a tono sul fatto che però, in
effetti, lui è ancora lì.
Da
un lato, dunque, padre Amorth è vittima di questo processo; dall’altro, invece,
è carnefice, in quanto ritiene chiaramente che il modo migliore per salvare le
persone dalle possessioni diaboliche sia spaventarle a morte, affinché non
abbandonino mai il seno di Madre Chiesa. Da questo derivano gli assurdi
racconti di cui sopra, palesemente inventati, le leggende urbane sulle
discoteche sataniste, le accuse alle altre confessioni religiose, la
raccomandazione di allontanarsi da chi pratica la magia, eccetera. Il 24
novembre 2011, intervistato su Il Fatto
Quotidiano, si è persino spinto agli estremi, dichiarando: “Harry Potter
porta alla magia e, quindi, porta al male. Anche in Harry Potter il demonio ha
agito in maniera nascosta e furba, sotto forma di poteri straordinari, magie,
maledizioni [...] Pratiche orientali
apparentemente innocue come lo yoga sono subdole e pericolose. Pensi di farle per scopi
distensivi ma portano all’induismo. Tutte le religioni orientali sono basate sulla falsa
credenza della reincarnazione.”
Ed
è proprio per questo che, parafrasando ciò che disse tempo fa un amico, Satana
con lui ha già vinto: una persona che con l’intento di aiutare l’umanità non fa
altro che terrorizzarla e spingerla all’odio verso il diverso, perché in fondo
questa persona stessa è terrorizzata e odia ciò che non comprende, sta
palesemente facendo vincere la forza contro cui dice di stare combattendo.
[1] Marco
Tosatti - Gabriele Amorth, Memorie di un esorcista.
La mia vita in lotta contro Satana, Piemme, Cles 2010, p. 119.
[2] Ibid., p. 194.
[3] Catechismo della Chiesa Cattolica 395.
[4] Memorie di un esorcista, pp. 141-142.
[5] Ibid., pp. 143-144.
[6] Ibid., p. 29.
[7] R.
Kieckhefer, La magia nel Medioevo,
Laterza, Bari 2004, p. 198.
[8] Catechismo della Chiesa Cattolica 635.
[9] Memorie di un esorcista, p. 144.
[10] Ibid., p. 206.
[11] Ibid., p. 193.
[12] Ibid., p. 206.
[13] Ibid., pp. 99-100.
[14] Ibid., p. 85.
[15] Ibid., pp. 168-169.
[16] Ibid., pp. 101-103.
[17] Ibid., p. 114.
[18] Ibid., p. 82.
[19] Ibid., p. 82.
[20] Ibid., pp. 86-89.
[21] Ibid., pp. 151-152.
[22] Ibid., p. 152.