lunedì 25 luglio 2016

La religione e le generazioni attuali


Articolo pubblicato su Facebook il 18/04/2016.


Al termine del corso di Storia delle Religioni tenuto all'Unitre di Saronno, vorrei fare un discorso-riflessione per tirare un po’ le somme: dico che l’esperienza è stata divertente e positiva, ma la doccia di realtà abbastanza sconfortante.
Le tendenze che ho potuto osservare non sono nuove a nessuno, ma fanno comunque specie. Dunque eccole.
1) Cattolicesimo: il papa c’ha ragione, punto e basta. Come disse il mio amico Giulio Duprè, la verità è quello che dice il papa (non il cristianesimo tout court, attenzione), le altre religioni sono una simpatica nota folklorica di gente che non ha capito un cazzo della vita, ovvero che il papa c’ha ragione.
2) Ateismo: le religioni sono delle strambe devianze, ridiamoci su di queste stronzate. Certo, vanno rispettate perché è buon costume, ognuno fa quel che vuole, ma sono stronzate.
3) Ipocrisia: le religioni sono ipocrite, tutte, perché nessuno dei fondatori o degli alti vertici crede davvero in quello che predica, ma tutti mentono: mente il prete cattolico, mente l’ayatollah musulmano, mente il mistico hindu e mente il monaco buddhista. In realtà il loro scopo è semplicemente arricchirsi e fare soldi, e/o controllare le persone, perché le religioni sono solo modi diversi per spennare i polli.
4) Dubbio: se esistono così tante religioni, allora in cosa bisogna credere? Ce n’è una che ha ragione, o hanno ragione tutte, o sono tutte sbagliate? Non esiste una risposta, e questo crea dubbi e angoscia.
In generale, ho visto la maggior parte delle persone che o credono un po’ a tutto, senza continuità, e senza riuscire a “darsi una risposta” soddisfacente, oppure sono dogmatiche in maniera retrograda. È un panorama piuttosto desolante: da un lato un’apertura agnostica ma superficiale e inconcludente, dall’altra un cattolicesimo e un ateismo che ti fanno sentire al sicuro pensando che il resto del mondo sia cacca.
La mia conclusione è: non è vero che le nuove generazioni non hanno valori. Ne hanno molto più di quelle precedenti, che mi sembrano affette dalla disillusione di chi non ha mai avuto di che illudersi: “A me è stata insegnata questa cosa, ed era l’unica; poi ho capito che era una cazzata. Sono arrivate anche altre cose dopo quella, ma ho pensato che tanto erano cazzate come la prima, quindi...” Questa è, in generale, la visione di chi non ha mai avuto alternative, quelle stesse alternative che derivano per l’appunto da una multiculturalità religiosa, sociale, letteraria e via dicendo.
Se un ragazzino va a scuola con un coetaneo musulmano, uno buddhista, uno hindu e uno neopagano, è inevitabile che inizierà a ritenerli parte integrante della sua realtà, e che questa loro caratteristica (la religione) va assieme a tutte le altre di quell’individuo (il partito politico, la squadra di calcio, i gusti culinari e letterari, eccetera); e allo stesso modo i ragazzini di una fede diversa da quella “di maggioranza” non si sentiranno mai e poi mai legati alla loro etnicità come i propri genitori immigrati: l’India diventerà un posto leggendario da visitare, ma gli dèi si potranno adorare anche qui; prima o poi si andrà in pellegrinaggio alla Mecca, ma la moschea sottocasa nel quotidiano basta e avanza; e Zeus sta comodamente sull'altarino in camera, senza che debba andare a trovarlo nella sua grotta a Creta.
Perché ricordiamoci che i casini li scatenano le VECCHIE generazioni, le nostre e le loro, non quelle nuove. E se è vero che le nuove constano per la maggior parte (si dice) di persone svogliate e disinteressate, senza valori e senza fede, una forte minoranza è estremamente tollerante, multiculturale e curiosa. Hai visto mai che quella che i vecchi percepiscono come accidia intellettuale dei molti, in realtà non sia la chiave per appianare le divergenze? Se nessuno crede in niente, per quale ideologia si dovrebbe litigare?
Eppure le religioni ci sono, esistono, si mantengono e risorgono dalle ceneri: alle Canarie 300 tizi hanno ripristinato il culto della dea fenicia Tanit.
Alle Canarie!
Quindi non è vero che il mondo sta morendo: sta semplicemente cambiando, espellendo tutta l’immondizia che i secoli passati ci hanno appioppato addosso, quella grigia coltre di indolenza intellettuale che ha portato Verga a diventare un idolo delle masse e Tolkien una bizzarra lettura per pochi (perché sì, è famoso, ma resta per pochi).
Insomma, bisogna aspettare che quelli crepino tutti. C’è poco da fare. Shomer ma mi-llailah.

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