All’interno
dei culti afroamericani un posto importante è detenuto da sant’Espedito: è presente sia nel vudu di Hispaniola che in quello di New Orleans, ma
anche nell’umbanda brasiliana; tuttavia, la sua devozione trascende la semplice
identificazione con antichi dèi (il suo culto è infatti molto diffuso anche in
Italia), ma è sempre corredato da pratiche devozionali proprie, spesso di tipo
magico.
Rappresentato
in genere come un giovane uomo vestito da centurione romano, reca nella mano
sinistra la palma del martirio, nella destra una croce con la scritta hodie (“oggi” in latino) e sotto i
calzari schiaccia un corvo, il quale spesso tiene nel becco una pergamena con
la scritta cras (“domani”): questo
perché, secondo la tradizione, Satana in forma di corvo gli intimava di
rimandare la sua conversione col verso “Cras! Cras!”, ovvero “Domani! Domani!”,
ma il santo lo vinse attuando immediatamente la sua adesione al cristianesimo.
Da questa storia è derivata non solo l’iconografia, ma anche la potestà di
sant’Espedito come operatore di miracoli immediati (aiutata anche dal nome, che
significa sia “armato alla leggera” che “veloce”), tanto da guadagnarsi
appellativi come “il Santo dell’Undicesima Ora” o “il Santo dell’Ultimo
Minuto”.
LE ORIGINI DEL CULTO
La statua di sant'Espedito nella chiesa di San Nicolao a Milano. |
Dal
Martiriologio Geronimiamo della prima
metà del V secolo apprendiamo unicamente che l’armeno Espedito venne
martirizzato a Melitene (oggi Malatya in Turchia) assieme a Ermogene, Gaio,
Aristonico, Rufo e Galate, e che la ricorrenza cadeva il 19 aprile. Il suo
culto si ritiene erroneamente essere divenuto celebre a partire dalla Sicilia o
dalla Germania del XVIII secolo, quando in realtà ne abbiamo attestazioni già nella
Exorbepeys del XVI e nella Torino del XIV secolo, dove dava il nome a una
contrada in quanto patrono dei commercianti (sebbene questa attestazione non
incontri il consenso unanime degli studiosi). Tuttavia, la mancanza di storie
su di lui ha fatto in modo che la devozione popolare prendesse a elaborarne
moltissime, tanto da circondare la figura del santo di svariate leggende. Per
quanto non si abbia alcuna nozione del periodo storico nel quale sia vissuto,
alcune storie lo vorrebbero ad esempio martire nel 303 sotto Diocleziano,
nonché comandante della Legione Fulminante e operatore del miracolo della
pioggia durante le campagne in Germania di Marco Aurelio (vissuto in realtà più
di un secolo prima); altri racconti ancora lo collegherebbero al martirio di
santa Filomena, e lo assocerebbero a san Maurizio e alla Legione Tebea.
Sul
finire del XIX secolo la Chiesa tentò più volte di correggere queste dicerie,
soprattutto in vista delle lamentele di alcuni vescovi che avevano notato come
i fedeli offrissero preghiere e atti devozionali al santo unicamente in vista
della sua efficacia nell’esaudire le richieste: tutto ciò era, nella sostanza,
più simile a una pratica pagana o superstiziosa che a una sincera devozione cristiana.
Tuttavia, per quanto venne diffusa la notizia che la Santa Sede avesse proibito
il culto di sant’Espedito, non ci fu mai alcun provvedimento del genere, e anzi
ancora oggi esso è fiorente soprattutto in Italia, in Francia e nei Paesi
sudamericani; cionondimeno, al termine del Concilio Vaticano II, Paolo VI
inserì il santo nel novero di quelli la cui attendibilità storica era più
dubbia (anche in vista del fatto che, a dispetto delle leggende, non se ne
conservano reliquie ufficiali), dunque rendendo opzionale la celebrazione della
sua festa nel calendario liturgico.
La
leggenda della nascita del culto, tuttavia, è abbastanza simile in tutto il
mondo, per quanto presenti numerose varianti locali: la più vecchia dovrebbe
essere quella ambientata a Parigi attorno al 1781, allorquando venne inviata a
una comunità di suore una cassa contenente le reliquie di un martire dalle
catacombe di Denfert-Rochereau; non vi era indicazione alcuna riguardo
l’identità delle ossa, ma sulla cassa compariva la scritta expedité (posta celere), che venne interpretata come il nome del santo.
La stessa cosa si racconta anche a New Orleans, ad Haiti, a Sao Paulo in
Brasile e sull’Isola della Riunione nell’Oceano Indiano, dove sant’Espedito è
venerato da pagani, cristiani, buddhisti e hindu indifferentemente. Un caso
piuttosto particolare è quello della comunità italiana di Independence, in
Louisiana, dove all’inizio del XX secolo venne edificata una cappella in onore
del santo: qui la gente del posto non si limita alle normali offerte e pratiche
cultuali, ma in determinate occasioni indice in suo onore grandi feste con
danze e banchetti, parte dei quali viene offerto direttamente al santo (soprattutto gli hot dog con salse speciali).
IL SANTO NEI CULTI
AFROAMERICANI
Sant'Espedito identificato con gli dèi Baron Samedi e Logun Edè. |
Già
attestato a metà del XX secolo, sant’Espedito venne identificato ad Haiti, come
visto, con alcuni Ghede, in particolare Baron La Croix, Baron Samedi e Ghede Nimbo (mentre a Santo Domingo solo con quest'ultimo, chiamato Ghede Limbo Lakwà), presumibilmente in vista della presenza del corvo (come forse anche
sant’Elia, che viene identificato con Baron Cimetiere); in alcuni casi è sincretizzato anche con Legba Met' Kalfu. Per questa sua associazione ai loa dei cimiteri, un
particolare tipo di incantesimo che usa i defunti per far del male a qualcuno è
detto sia envoi morts che expeditions, ovvero “invio” (dei morti),
e il santo viene esplicitamente invocato in esso; colui che attua l’operazione
deve convincere l’entità a concedergli l’utilizzo delle anime dei defunti,
blandendola con offerte di cibo (ad esempio banane) e spiegandole perché ciò
che sta facendo è per una giusta causa. Nel caso in cui qualcuno si accorga di
essere soggetto alla maledizione, può a sua volta rivolgersi al santo per
ottenere la liberazione dalla stessa: a quel punto viene piantato un banano e
l’incantesimo passa a una gallina appositamente predisposta (e se la pianta
vive, significa che l’operazione è riuscita).
A
New Orleans il culto di sant’Espedito è storicamente legato alla chiesa della
Madonna di Guadalupe, costruita nel 1826 come cappella mortuaria nei pressi del
cimitero di St. Louis, all’epoca di un’epidemia di febbre gialla, e che è
tutt’oggi l’edificio di culto più antico della città; in essa, la sua statua è
(involontariamente) contrapposta all’altare di san Giuda Taddeo, come se esistesse una differenziazione di devoti, da un
lato buoni cristiani e dall’altro più pagani. Una delle leggende locali
vorrebbe, come da tradizione, che le Orsoline del posto abbiano chiesto alla
madrepatria una statua della Madonna, ricevendo però due casse: in una c’era
quanto richiesto, e nell’altra la statua di un santo in abito da centurione con
la scritta expedité; dopo aver
inviato in Francia una lettera dove si chiedeva di che santo si trattasse, ma
non avendo mai ricevuto risposta a causa della guerra, si decise di chiamarlo
“Espedito”. In vista anche di questo, alcuni religiosi del posto ritengono che
la vera festa del santo in questione dovrebbe essere il Martedì Grasso o il 1
aprile (il Pesce d’Aprile) piuttosto che il 19.
Proprio
in relazione al Martedì Grasso, esiste una tradizione popolare che vorrebbe che
sia proprio questo santo ad “aprire” il Carnevale, sorgendo all’ingresso del
cimitero e facendo un rituale alle 4 di notte in Congo Square per sancire e
propiziare la festa. La prima processione è quella della North Side Skull and
Bones Gang, nella quale persone vestite da scheletro vanno per le strade
ricordando alla gente l’imminenza della morte; i genitori li fanno entrare
nelle case per svegliare i bambini, ai quali dicono di essere sempre
obbedienti, andare a scuola e non mettersi nei guai, o moriranno (sant’Espedito
è infatti colui mette fine alla procrastinazione, e in un certo senso invita a
vivere il momento). Processioni simili avvengono anche nel giorno di san
Giuseppe e in quello dei Morti, e ciò si deve soprattutto al fatto che il vudu
di New Orleans ha accolto l’identificazione del santo con Baron Samedi, figura
altrimenti assente dalle tradizioni della Louisiana.
Anche il candomblé e l’umbanda hanno identificato sant’Espedito con un orisha, nella fattispecie Logun Edé, che
secondo la tradizione africana sarebbe il signore dei laghi, figlio di Oshosi e
di Oshun (o, secondo altri miti meno diffusi, di Ogun e di Yansá): per tale
motivo egli è sia cacciatore che pescatore, e vive sei mesi nelle foreste col
padre e sei mesi nelle acque con la madre; secondo alcune storie sarebbe il
principe degli dèi e intimo amico di Yewà. Rappresentato come un bambino o un
giovane uomo, non essendo ancora maturo ha tratti delicati e la sua sessualità
appare indefinita, dunque è anche diventato uno dei patroni degli omosessuali
(si dice si sia anche travestito da donna per corteggiare la sua amata a
insaputa del padre). Nell’umbanda rappresenta la mancanza di responsabilità e
costanza, ma il suo axé viene
invocato appunto per risolvere situazioni problematiche in breve tempo. Infine, nell'obeah è a volte identificato con Papa Bones, il signore della morte e di tutte le conoscenze a essa legate, mentre in Africa è associato ad Agwe, il dio del mare.
LE PRATICHE
DEVOZIONALI
Un esempio del classico altare di sant'Espedito. |
Oltre
a statue e dipinti nelle chiese, cui si accendono candele, sant’Espedito gode
in Louisiana di un culto privato molto fiorente, che prevede la costruzione di
veri e propri altari domestici in suo onore (cosa che invece è assai rara da
trovare nei luoghi di culto pubblici). Essi sono di base molto semplici, e
prevedono una raffigurazione del santo (a volte una statua, che se cava viene
riempita con erbe particolari, ma più spesso semplici immaginette), una candela
(in genere bianca o rossa) e un bicchiere d’acqua (meglio se piovana e raccolta durante
un temporale, in relazione alla Legione Fulminante); a questi si aggiunge una
campanella d’argento, che viene suonata tre volte per “svegliare” il santo, per
quanto picchiare il bordo del bicchiere o bussare all’altare sia considerato
ugualmente efficace. Con la diffusione della magia delle candele, che prevede
una particolare simbologia dei colori, anche a sant’Espedito vengono accesi
ceri di colore diverso in base alla richieste, spesso unti con un olio
particolare a base di rosa, garofano e cannella.
Quando
si fa una richiesta, l’immagine del santo viene capovolta in attesa che essa
abbia risoluzione e, se ciò avviene, gli si offrono alcune bevande (in genere
acqua, latte, vino rosso o rum bianco) e cibi (quello tradizionale è una fetta
di pound cake, un dolce a base di
burro e zucchero tipico della Louisiana, ma vengono offerte anche le verdure
verdi con spezie cajun e creole); di base, comunque a sant’Espedito sono
graditi gli atti di carità e beneficenza, ma anche che la sua fama venga
incrementata: per questo il devoto ha, dopo aver ricevuto la grazia, il dovere
di parlare del suo benefattore ad altre persone, far scrivere articoli di
giornale su di lui, mostrare sue immagini o fare dichiarazioni pubbliche sul
web. La tradizione vuole che il santo si riprenda ciò che ha concesso qualora
non venga ricompensato.
Oltre
a questo, l’hudu prevede svariate pratiche magiche correlate a sant’Espedito.
Ad esempio, esistono dei dollari fittizi con la sua effige che vengono stampati
per essere tenuti nel portafogli in segno di buon augurio, o unti con l’olio di
cui sopra per attirare denaro. Altra usanza è quella della bottiglia di sant’Espedito,
che viene colorata di rosso e adornata con croci e immagini (il santo, la
Madonna di Guadalupe, il simbolo planetario di Mercurio), avendo un mazzo di
penne di corvo sulla cima; all’interno vengono messi alcuni oggetti (pirite,
sabbia magnetica, cannella, pietre rosse, basilico e altre erbe) assieme a una
pergamena con la richiesta, e il tutto viene poi coperto con rum bianco in
attesa che avvenga la grazia. E ancora, si possono confezionare dei talismani
riempiendo dei proiettili con noce moscata, bacche di pimento, terra di
formicaio e spezie piccanti, assieme a ingredienti particolari a seconda della
richiesta (petali di rosa per l’amore, pirite per i soldi, cenere di atti di
tribunale per le questioni legali).
Pratiche
più particolari, e che vedono l’associazione di sant’Espedito con Baron Samedi,
sono in genere gli incantesimi di morte attuati nei cimiteri: il praticante
“consacra” uno specifico camposanto cercando la tomba più vecchia con una
croce, chiede al defunto lì sepolto di poter operare e traccia il simbolo del
santo con polvere di mattone e cenere di palma, dopodiché vi pone le offerte
(secondo la tradizione vudu) e accende una candela rossa per il santo, una nera
per il dio e una bianca per la Trinità. In genere gli incantesimi fatti in
questo modo servono ad allontanare le persone, ma ne esistono anche per causare
la morte.
Ovviamente
solo alcuni di coloro che si rivolgono a sant’Espedito sono praticanti di
magia, in quanto la maggioranza dei fedeli è composta da semplici devoti. A questo
proposito, una delle pratiche più comuni è quella della “novena delle nove ore”
o “novena volante” praticata soprattutto dagli studenti che chiedono aiuto per
gli esami: si tratta in sostanza di una novena che anziché essere recitata una
volta al giorno, viene fatta una volta all’ora, in accordo con la velocità
tipica del santo, composta dall’atto di contrizione, la preghiera specifica
(che varia ogni ora), tre Padre Nostro, un Memorare e un’Ave Maria. Altra forma
di preghiera è il triduo, durante il quale si recita una preghiera al santo
(sempre diversa) corredata da un Padre Nostro, un’Ave Maria e un Gloria al
Padre, per tre giorni consecutivi bruciando una candela bianca e offrendo fiori
rossi. Infine, esiste anche la novena vera e propria, di durata normale,
durante la quale la preghiera varia sempre ma il devoto inserisce la sua
specifica richiesta, concludendo con un Padre Nostro, tre Ave Maria e un Gloria
al Padre. Va comunque specificato che, oltre a queste, esistono numerosissime
preghiere per sant’Espedito, frutto della devozione popolare.