Articolo pubblicato su Cattedrale dei Santi Tesla e Norton I il 13/12/2017.
A
tantissimi neopagani piace scherzare sul fatto che gli altri (molto spesso i
parenti) li percepiscono come satanisti: una volta questo era motivo di
preoccupazione, si faceva attivamente propaganda per spiegare che non era così,
mentre oggi ci si può scherzare su… almeno un po’ di più.
Però
in effetti avete mai provato a mettervi nei panni di una persona qualunque (non
necessariamente un cattolico, ma proprio la
persona qualunque) che decida di interessarsi al neopaganesimo, facendo una
bella e approfondita ricerca su internet, magari contattando anche i diversi
gruppi? Stabiliamo per assurdo che parta senza alcuno specifico pregiudizio.
Cosa troverebbe?
«Ah,
dici che non porto prove storiche a questa cosa? Be’, tua mamma è una puttana!»
«La
nostra tradizione è assolutamente apolitica, per quanto si stesse meglio quando
c’era LVI.»
«Solo
la donna può entrare in comunione con gli dèi, per questo l’uomo la teme e la
maltratta!»
«Noi
adoriamo gli antichi dèi della nostra terra, la Padania, e se sei terrone non
puoi adorarli con noi!»
«Il
papa controlla degli alieni invisibili che ci succhiano le energie!»
«Queste
sono le magie tramandatemi da mia nonna, che siano uguali a quelle della wicca
è una coincidenza.»
«Ora
celebreremo il rito della cabala dei druidi, che ci è arrivato dagli dèi
bianchi di Atlantide!»
«Non
attaccatevi troppo ai libri: io non ho mai letto nulla, le cose le ho imparate
per istinto!»
«Oggi
parleremo degli antichi dèi dell’Italia celtica, prima fra tutti Morgana, la
dea della magia!»
«Ah,
io so talmente tante cose segrete che se dovessi dirtele ti esploderebbe la
testa! Per questo non lo farò.»
Tutte
queste frasi non sono invenzioni, e se bazzicate abbastanza l’ambiente
neopagano potete anche riconoscere chi (o il gruppo che) le ha pronunciate. E
credo che sia abbastanza chiaro che hanno come denominatore comune quella che
potremmo definire “devianza”: sociale, politica, accademica, e chi più ne ha
più ne metta. Idee e atteggiamenti che rasentano l’assurdo, portati da persone
che sono in cerca di attenzione e autocelebrazione, o che hanno fini politici (sempre
di estrema destra) che cercano di nascondere dietro una parvenza devozionale.
Insomma, seriamente, che idea si farebbe la persona media davanti a tutto
questo? Ovviamente che il neopaganesimo è composto per lo più da spostati e da
gente in malafede con tendenze violente (anche solo verbali). E non è che possa
dargli torto…
So
perfettamente che non sono (anzi, non siamo) tutti così, e per fortuna:
tuttavia credo che sì, la maggioranza sia composta da questa gente qui, ed è un
problema. Anzitutto perché con persone simili non si può discutere né trovare
un’intesa, come con chiunque ritenga di aver trovato la verità ultima; la
seconda è che, per il loro numero, se non diventano la “faccia” del
neopaganesimo italiano, sicuramente diventano quelli che più facilmente si
possono incontrare…
All’ultimo
sinodo vaticaos si è anche detto che, nella maggior parte dei casi, i tizi in
questione vengono da ambiti di formazione che non hanno nulla a che fare con lo
studio della religione (ovvero le scienze umanistiche), e anzi che sono in
genere persone che non hanno la benché minima formazione accademica.
E
a questo punto domanderete: “E allora? Mica c’è bisogno di una laurea per
fondare un culto!”
Ovviamente
no. Ma al giorno d’oggi, vista la quantità di stronzate e bufale che circolano
sul web, è soprattutto una questione di strumenti.
“Avere
gli strumenti” significa avere la capacità di discernere fra loro le cose,
secondo determinati canoni che si sono appresi, in questo caso, studiando
antropologia, storia, letteratura e via dicendo. Se una persona legge il libro
di Tommaso Braccini (professore di filologia classica a Torino) che parla
dell’Aldilà secondo i Greci e i Romani, non è esattamente come leggere quello
di Aradia Noctis (laureata all’Università della Vita) che parla dello stesso
argomento. Ma anche ammettendo che i due autori siano, per titolo di studio,
equivalenti, se uno dice che Odino è il dio norreno della conoscenza, e l’altro
che è il dio egizio del sole, la persona che non sa nulla di nulla di tutto
questo, crederà a uno o all’altro a seconda del suo gusto… o di quale libro gli
è capitato in mano per primo.
Questa
capacità di discernimento viene, come tutte le altre, dall’istruzione: per tale
ragione un neopagano laureato in giurisprudenza può sapere tutto di diritto
civile e penale, ma sarà convinto che Odino è il dio egizio del sole. E se la
cosa viene fatta notare, apriti cielo, significherebbe che lui ha commesso un
errore, equivarrebbe a renderlo uno zimbello davanti agli altri, e tutto questo
significa essere ignoranti e deboli. E nessuno vuole essere ignorante e debole,
quindi meglio difendere le proprie assurde posizioni fino allo sfinimento
dell’“avversario”, perché tanto è religione, e la religione è indimostrabile.
Poi
insomma, non vorrei dire, ma è indimostrabile fino a un certo punto: non posso
dimostrarti che Odino esiste, ma posso dimostrarti che era adorato in
Scandinavia e non in Egitto, non so se ci siamo capiti…
Ah,
ma sia chiaro: non intendo dire che uno che non ha una laurea umanistica non
possa metter su una fede decente o non possa informarsi seriamente: sto dicendo
che, a quanto mi è capitato di vedere in quasi vent’anni, costoro sono una
nettissimissima minoranza… E se uno è un laureato (o un professore) in qualche
disciplina umanistica e non ha i suddetti strumenti, allora è semplicemente
scemo, o in malafede.
Del
resto lo sappiamo perfettamente tutti quanti, l’importante nel neopaganesimo
non è la religione, ma la magia: questo elemento è ciò che ci rende diversi dai
Cristiani, che la magia la odiano e preferiscono pregare per una grazia, fermo
restando che se avviene qualcosa di palese, probabilmente è Satana. Tuttavia,
per i Neopagani gli dèi servono anzitutto per ottenere cose materiali (soldi,
amore, fortuna, salute), e solo poi si può pensare di rendere loro omaggio perché
sì, sono ANCHE le forze che reggono l’universo, però è più importante portarsi
a letto la tipa o vendicarsi del collega bastardo.
De
gustibus, ognuno può scegliere un percorso più di tipo religioso o più di tipo
magico, nulla di male. Se non che questa scelta spesso è anche un importante
indizio di com’è la persona in questione: se uno viene a dirci che «Oggi invoco
Vishnu, domani Ishtar, dopodomani Cthulhu, dopo ancora mi baserò sulla mia sola
volontà, tanto l’energia è sempre energia, non importa che nome le dai,
l’importante è che funzioni!», credo che abbiamo tutti capito che persona è.
C’è
però un altro fattore di discernimento, che a me personalmente piace molto come
metodo per distinguere il genere di neopagano che abbiamo davanti, ovvero la
sete di conoscenza.
«Ma
Vostra Eminenza, tutti i Neopagani sono assetati di conoscenza, altrimenti
sarebbero rimasti a fare i chierichetti nelle chiese o gli sfaccendati sulla
community dell’UAAR!»
Sì,
ma c’è modo e modo. Ad esempio, quando uno entra a far parte di un gruppo o di
una tradizione specifica, ecco che di partenza questa fornisce già tutta una
serie di pratiche per ogni bisogno. Ad esempio, se un tizio decide di aderire
al ricostruzionismo romano e avesse bisogno di far innamorare qualcuno, gli
verrà spiegato come fare un rito in onore di Venere, dopo avergli dato la
tessera di Casapound. Oppure, se aderisce a un bel gruppo
pseudo-wiccano-eclettico-new age che ama lasciare mozziconi nei boschi, e avesse
bisogno di salute, ecco che gli verranno spiegate le proprietà delle erbe e
delle pietre per ottenerla. Insomma, a ognuno il suo, con contaminazioni,
scambi di tradizioni, e tutto quanto… per non chiamarli arraffamenti indebiti
giustificati malissimo.
Il
punto è: se ho imparato un metodo per ottenere l’amore o la salute, mi serve
saperne altri?
La
risposta più logica sarebbe no: squadra che vince non si cambia. E infatti se
sai già fare una cosa in un modo, saperlo fare in altri è un mero vezzo, una
curiosità oziosa che al massimo può darti un’alternativa in caso di bisogno. Ma
la cosa si ferma lì.
Saltiamo
un attimo indietro nell’antica Roma, e vediamo la carriera religiosa di
Pretestato (personaggio famoso molto vicino a Giuliano l’Apostata, e per certi
versi “pagano modello”): era pontefice di Vesta e di Sole, nonché augure,
nonché curiale di Ercole, e accanto a queste cariche romanissime aveva tutta
una lista di iniziazioni a vari culti misterici stranieri, ovvero Mitra ed
Ecate (di cui era a capo), Cibele, Dioniso, Iside e l’immancabile Eleusi.
Forse
il buon Vezio era un po’ esagerato (o molto pro), ma sappiamo bene che
l’attività religiosa “plurima” era molto in voga nel mondo classico, dove
esistevano anche tutt’un insieme di filosofie e religioni compatibili fra loro
e, laddove non c’era evidente compatibilità, la si trovava (o Gesù Cristo non
sarebbe finito nei formulari magici dell’epoca). Insomma, c’è la mia tradizione
d’origine, ma ce ne sono anche tante altre che posso imparare a conoscere e
fare mie, anche se quella che ho già mi spiega perfettamente come riempirmi la
pancia e cose simili.
Ma
volendo ben vedere, una tale concezione non è nemmeno lontana da quel che dice
Faust nel primo monologo, quando afferma di aver già studiato logica, medicina,
diritto e teologia, e solo a quel punto approda alla magia, perché le altre
scienze non l’hanno soddisfatto. E del resto i maghi della sua epoca erano
figure molto ecleticche, che si dilettavano di svariate arti esoteriche, e così
sono proseguite le cose, a costo di “una certa verbosità”, per citare il
professor Emelius Brown. Tutto poi si è fuso in un pastrocchio da cui forse
solo ora ci stiamo districando, ma questa è un’altra faccenda: ciò che importa
è che la sete di conoscenza portava gli studiosi d’esoterismo a intraprendere
cammini plurimi, conoscere tradizioni diverse, e saper ottenere la stessa cosa
in mille modi disparati non perché servisse, ma perché era bello e
soddisfacente.
Però
no, se hai una tradizione è quella e solo quella, dicono tanti neopagani (in
particolari i ricostruzionisti o presunti tali). E l’apice dell’imbarazzo l’ho
avuto quando ho scoperto che il membro di un noto gruppo di appassionati della
romanità ha pubblicato un libro sulla magia nel mondo classico, spiegando per
filo e per segno come farsi in casa un bellissimo altare con il pentacolo, la
coppa, la bacchetta e l’athame… pardon, la spada magnetizzata in minuatura.
Proprio come i Greci e i Romani!
E
se tu che stai leggendo non ti senti parte della maggioranza di questi
spostati/estremisti/ignoranti/frustrati, ricorda di non smettere mai di
scoprire cose nuove, di approfondire nuove vie, di conoscere nuove religioni, e
di controllare che la persona di cui sta leggendo o con cui stai parlando non
si sia laureata nella capanna di un dio mentre era in forma astrale…
Perché
l’importante è vivere la propria religione appieno, ma se quest’appieno
consiste in intrighi sul web, minacce per reati d’opinione, studio dogmatico di
testi farlocchi e adorazione di un leader che vuole solo che gli si lecchino i
piedi… probabilmente c’è qualcosa che non va.
Ma
è solo un mio parere, eh!
Sua Eminenza Prospero
Segretario dello Stato Vaticaos
Gran Maestro dell’Ordine Serpentista
Custode della Biblioteca del Grifone Imperiale
Marchese e Visdomino di Fraticello delle Puglie